Il Nocciolo e il Biancospino



Un altro albero considerato sacro a Thor era il nocciolo (Corylus Avellana) che, come il sorbo selvatico, veniva considerato una reale incarnazione del fulmine. Invero, “la fede della gente nella relazione di questo albero con il Dio del tuono era così profonda”, dice Mr. Conway, “che i Cattolici la adottarono e ripresero in una leggenda che si può udire in Bavaria, cioè che nella loro fuga dall'Egitto la Sacra Famiglia si rifugiò sotto di esso da un    
temporale.”    
La sua supposta immunità da ogni danno dovuto ai fulmini ha causato per molto tempo una venerazione particolare in esso e fatto sorgere usanze particolari. Così, in Germania, il bracciante ne taglia un rametto in primavera e, al primo temporale, si traccia con esso una croce su ogni sacco di grano e si crede che in tal modo il grano rimarrà buono per molti anni.    
Talvolta, inoltre, si possono vedere dei rametti di nocciolo sulle cornici delle finestre durante una pioggia sostenuta ed i Tirolesi lo considerano un eccellente parafulmine. Per lungo tempo è stato considerato eccellente apportatore di fertilità – una caratteristica derivata probabilmente dalle sue associazioni mitiche – e da qui deriva la sua importanza nelle divinazioni per l'amore. Secondo una credenza della Boema, la presenza di una grossa quantità di nocciole presagisce la nascita di molti figli illegittimi e nella    
Foresta Nera è usanza che il conduttore di una processione nuziale porti in mano una bacchetta di nocciolo. Per la stessa ragione, alcune nocciole vengono mischiate ai semi dei cereali per assicurare un abbondante raccolto.    



Anche il biancospino, secondo la tradizione ariana, è sorto in origine dal fulmine. Veniva per questo considerato con grande venerazione e pregno di qualità sovrannaturali. Come il nocciolo, era anch'esso associato ai riti nuziali. Così la sposa greca veniva e viene tuttora adornata con i suoi fiori, mentre il suo legno veniva usato per le torce che illuminavano la coppia    
nuziale romana nella loro camera nuziale il giorno del matrimonio. E' dunque evidente che il biancospino era considerato un albero sacro molto tempo prima della tradizione cristiana che lo identificò come formante la Corona di Spine – una credenza medioevale che non fece altro che aumentare l'importanza ad esso attribuita. Non sorprende, quindi, che gli Irlandesi considerino apportatore di sfortuna l'abbattere questo albero sacro, in particolare perché si dice sia sotto la protezione delle Fate, che si offenderebbero per qualunque danno gli venisse arrecato. Una leggenda attuale nella contea di Donegal, per esempio, ci narra di come una Fata abbia cercato di rubare il figlio piccolo di un tale Joe McDonough, ma la povera madre disse che lei non aveva mai offeso, che sapesse, la tribù fatata. La sola causa che poteva assegnare al fatto era che Joe “aveva aiutato il giardiniere di Mr. Todd ad abbattere il vecchio biancospino nella radura; e vi sono coloro che dicono che   una cosa molto brutta da fare;” aggiungendo come lei “lo avesse avvertito di non toccarlo, ma il padrone gli aveva offerto sei scellini per il suo aiuto in questo lavoro, in quanto gli altri uomini avevano rifiutato.” La stessa credenza è molto diffusa in Britannia, dove “viene considerato imprudente anche solo il raccogliere una foglia da certi rovi vecchi e solitari che crescono in buche nascoste della brughiera e sono i luoghi in cui le Fate si danno appuntamento.”