Erbe Magiche

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Da sempre, fiori ed erbe sono considerati magici: sono ingredienti per filtri magici, proteggono dagli incantesimi oppure sono legati al Piccolo Popolo.

Per esempio, la Digitale, in inglese è chiamata "Foxglove" perché le fate usavano i bellissimi fiori rosa fuxia di questa pianta come cappellini o guanti. (https://erbemagiche.blogspot.com/2015/03/la-digitale.html)


Un certo numero di primule, raccolte in mazzo, usate per toccare certe rocce, poteva aprire le porte del mondo delle Fate; se però il numero era sbagliato, si sarebbero aperte le porte della rovina...



Oggi sono poco considerate, ma anticamente, la stessa raccolta di fiori ed erbe era regolata da rituali, che servivano a mettersi in contatto con la pianta affinché donasse le sue magiche virtù. La pianta andava recisa con rispetto, altrimenti sarebbe stato inefficace o persino dannosa! Plinio sosteneva che la raccolta delle erbe dovesse avvenire "Ne sol aut luna conspiciat", quando "né il sole né la luna guardino"; la pianta doveva essere recisa senza strumenti di ferro e senza essere toccata con le mani, delle volte; altrimenti occorreva raccoglierle con la mano sinistra e dopo essersi messi in una posizione particolare che rispettasse i punti cardinali o simulando un furto agendo velocemente. Delle offerte di vino, miele, pane, zucchero erano deposte, in cambio, nel luogo, per ringraziare la Madre Terra.

I Druidi raccoglievano il vischio indossando tuniche bianche, usando un falcetto d'oro e raccogliendo il vischio in un panno bianco; alla quercia venivano sacrificati due tori bianchi. (https://erbemagiche.blogspot.com/2015/03/il-vischio.html)


La Mandragora era la pianta magica per eccellenza. (https://erbemagiche.blogspot.com/2015/03/lurlo-della-mandragora.html

Si credeva che favorisse l'amore e la fertilità, la ricchezza, la prosperità. Solo le donne "pure sessualmente" potevano raccoglierla, durante le notti di plenilunio, prima dell'alba, dovevano uscire dal villaggio senza essere viste da nessuno, in nessun momento. Il luogo doveva essere molto lontano, non si doveva udire né il canto del gallo né l'abbaiare dei cani. Le donne dovevano denudarsi davanti alla pianta, danzando intorno, e dovevano simulare un rapporto sessuale; solo dopo aver fatto questo potevano raccogliere la pianta.  Se non avessero eseguito correttamente il rituale, la potenza magica della Mandragora si sarebbe ritorta contro chi la sradicava dal terreno. Le radici della Mandragora venivano usate per divinare il futuro; sulle Alpi si usavano le radici di Negritella; l'intreccio delle radici generava responsi noti come "Concordia" o "Discordia", facendo capire quanto sarebbero durate le relazioni affettive.

La Verbena era ritenuta una pianta afrodisiaca, perché il nome derivava da "Herba Veneris", Erba di Venere; veniva anche usata per curare problemi alla vescica e ai calcoli e forse il suo nome derivava dal celtico "Fer faen", cioè "portare via i sassi"; le sacerdotesse intrecciavano piantine di Verbena per formare coroncine per il capo. In Piemonte si pensava che per far innamorare una fanciulla la si dovesse toccare con una Verbena nelle notti del solstizio d'estate. (https://erbemagiche.blogspot.com/2020/12/la-verbena.html)

 

Anche l'Anemone e la Scarpetta di Venere erano considerate piante della Dea Venere.

Si credeva che l'Anemone sbocciasse solo quando soffiava il vento (ànemos in greco significa vento) ed era nato dalle lacrime che Venere aveva pianto sul corpo del suo amato Adone, ucciso da un cinghiale.


La Scarpetta di Venere, un'orchidea rarissima, avrebbe portato in sorte un matrimonio con una fanciulla bellissima se qualcuno l'avesse vista fiorire. 

(Nota di Lunaria: questa orchidea è citata nel romanzo "Un'Orchidea Bianca", che avevo recensito qualche mese fa https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/unorchidea-bianca-di-carla-neggers.html)

Al Dio celtico del tuono, Donar, era sacro il Rododendro, e si credeva che si potesse essere colpiti da un fulmine se si teneva in mano o sul petto un ramo di Rododendro. In Alto Adige si credeva che il Rododendro bianco avesse poteri magici, perché era una pianta appartenente al regno delle Fate. (https://erbemagiche.blogspot.com/2022/02/il-rododendro.html)


L'Erica veniva usata per fabbricare scope, che servissero alla pulizia dei templi e dei forni; alcune zone si chiamano proprio "Scopeto", "Poggio delle Scope", "Pian di Sco'" proprio per alludere all'erica che ricopriva questi territori; a nord l'Erica formava le brughiere, da "bruko", parola gallica derivata dal celtico "brwg", "scopa". Non era prudente dormire sui campi d'Erica, perché si rischiava di essere rapiti dalle Fate.


Si pensava che l'Elleboro fosse usato dalle streghe e che potesse rendere invisibili, se ridotto in polvere e gettato sopra la testa.



Si credeva che i Ranuncoli alpini servissero per l'equilibrio degli stambecchi; 


la Peonia proteggeva i raccolti, le greggi e i pastori, aveva virtù afrodisiache e teneva lontani gli spiriti maligni e le tempeste; si pensava che il picchio, animale di Marte, si avventasse sugli occhi di chi osasse raccogliere questo fiore durante il giorno.


Il Giglio alpino era il fiore dell'amore, slegava i nodi, apriva la serrature, portava fortuna e il suo bulbo poteva trasformare qualsiasi cosa in oro (o almeno così credevano gli alchimisti)



La Soldanella e la Cicoria si pensava che fossero fanciulle trasformate in fiori.

Della Felce si pensava che il suo fiore rosso fosse così luminoso da poter irradiare una luce intensa e donava l'invisibilità e la sapienza a chiunque fosse riuscito a raccoglierlo durante la fioritura nelle notti del solstizio d'estate, dopo aver affrontato le forze che lo proteggevano. 
Se però veniva visto ma non era colto, avrebbe fatto disperdere per sempre.

Le leggende menzionano anche una certa Erba dello Smarrimento, seminata dalla fate e dai folletti; chi la calpestava, avrebbe perso l'orientamento, smarrendosi per le campagne; l'Erba Lucente permetteva di vedere la verità; era una piantina invisibile e poteva essere trovata seguendo un vitello che per la prima volta andasse a pascolare oppure i bovini durante la notte di San Giovanni, che si nutrivano di questa particolare erba.

Le "piante delle streghe" erano utilizzate per la preparazione di unguenti che potevano far volare, o meglio, dare la sensazione del volo, per via degli alcaloidi contenuti in esse; Aconito, Cicuta, Belladonna, https://erbemagiche.blogspot.com/2015/03/la-terribile-belladonna.html Digitale, https://erbemagiche.blogspot.com/2015/03/la-digitale.html Stramonio (Datura) erano le piante più citate. https://erbemagiche.blogspot.com/2015/03/aconito-e-stramonio.html
 
Un famoso medico rinascimentale, Paracelso, bruciò tutti i libri del sapere ufficiale affermando che aveva imparato la vera conoscenza dalle streghe.

Infine, una curiosità: tutti sanno che l'aglio tiene lontani i vampiri ma anticamente si pensava che le streghe lo usassero per tenere lontani gli esseri umani!




Bali: la Dea del Riso Dewi Siri e altre leggende sugli alberi

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Il riso è fondamentale nell'economia di Bali. La lingua indonesiana ha tre parole per definire il riso: "padi" è la pianta in crescita, "beras" è il chicco di riso crudo e "nasi" il riso cucinato; la risaia è detta "sawah"; le risaie terrazzate scendono lungo le colline come se fossero dei giardini. Mentre piantare il riso è un'attività esclusivamente maschile, alla raccolta partecipano anche le donne. La produzione e la raccolta del riso è stata via via tecnologizzata anche tramite pesticidi, ma tutto questo ha avuto un impatto negativo contribuendo alla scomparsa di rane e anguille, che si nutrivano di insetti.  Inoltre, sono scomparsi i canti, feste, riti che erano parte della pilatura (che anticamente era svolta dalle donne con dei setacci di legno) In alcune zone di Bali il riso viene ancora piantato e coltivato con sistemi tradizionali per placare la Dea del riso Dewi Siri, e in ogni risaia si vedono templi e offerte dedicati a questa Dea.


Una leggenda narra che degli agricoltori balinesi avevano promesso di sacrificare un maiale se il raccolto fosse stato abbondante. Ma visto che non si riuscì a trovare nessun maiale, fu deciso di sacrificare un bambino. Un agricoltore ebbe un'idea: si doveva compiere il sacrificio dopo il raccolto, perciò se ci fosse sempre stato riso, il sacrificio non sarebbe stato compiuto. Da allora i balinesi piantano un nuovo campo di riso prima di raccogliere quello precedente.

Gli alberi, a Bali, vengono decorati con sciarpe e tessuti a scacchi. Il "Waringin" (baniano) è l'albero più sacro ed è presente all'interno dei templi. è un grande albero, con delle liane che si radicano nel terreno, originando una nuova pianta; per questo "il baniano non muore mai". Molto diffusi anche i frangipane ("Jepun"), con i fiori bianchi molto profumati.


I Tre Alberi (Leggenda Cristiana)

Il post è dedicato ai cristiani coraggiosi che stanno combattendo contro il greenpass

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C'erano una volta tre alberi, che crescevano l'uno accanto all'altro, felicemente. Il primo albero amava la bellezza, il secondo albero l'avventura e il terzo albero amava Dio. Gli alberi discutevano tra loro di quello che sarebbero voluti diventare da grandi. "Quando sarò grande, vorrei essere un baule intagliato per conservare tesori scintillanti", disse il primo. "Quando sarò grande, vorrei essere un potente veliero per scoprire nuove terre", disse il secondo. E il terzo albero replicò: "Io non vorrei essere trasformato in niente, vorrei crescere, diventando sempre più alto: quando gli uomini mi guarderanno penseranno a Dio."

Quando i boscaioli arrivarono, abbatterono i tre alberi; i primi due alberi erano felici perché pensavano che da lì a poco il loro sogno si sarebbe avverato; solo il terzo albero si rattristò: non avrebbe più potuto diventare così alto da impressionare gli uomini, facendoli pensare a Dio!

Ma le cose non andarono come gli alberi avevano sperato.

Il primo albero, anziché essere trasformato in un baule per i gioielli, venne trasformato in una mangiatoia. Il secondo albero diventò un umile peschereccio e non il veliero sfarzoso che aveva sognato di diventare! Del terzo albero non fecero nulla: lo tagliarono in assi che furono lasciate in un giardino.

Gli anni passarono... fino a quando...

Una notte nacque un Bambino che venne deposto in una mangiatoia... e quando l'albero capì chi era quel bambino adorato dagli angeli e dai pastori, si rallegrò e disse "Non sono stato riempito d'oro ma ho portato il tesoro più prezioso!"

Passarono altri anni e un giorno quando il secondo albero, che era stato trasformato in peschereccio, era fuori in mezzo al mare, si scatenò una tempesta; ad un certo punto, uno degli uomini su quella barca si alzò e disse "Taci, calmati" e il vento e le onde cessarono.

Quando l'albero capì chi stava trasportando, si rallegrò, dicendosi "Non ho trasportato un esploratore, ma il Creatore del cielo e della terra!"

Infine, un falegname venne e portò via il terzo albero, che giaceva sotto forma di assi di legno; quelle assi vennero usate per formare una croce.

L'albero, intristito, si disse "Questa è la croce sulla quale vengono crocifissi i criminali!"

E venne trasportato sul luogo dell'esecuzione.

Un uomo venne inchiodato sulle sue travi e morì.

Ma quell'uomo condannato a morte, non era un criminale, era Gesù Cristo che moriva per i peccati del mondo e quando l'albero capì ciò che era successo, si disse: "Non diventerò l'albero più alto del mondo, ma da oggi in poi sarò la croce che farà pensare gli uomini a Dio"