La Mela


Da "Il Libro delle Piante Magiche" 

Tutti conosciamo la famosa mela della Genesi, che molti ritengono alludi al sesso femminile (quando viene tagliata a metà); eppure la mela era famosa anche in ere pre-bibliche, tanto che in Asia era considerata segno di bellezza, prosperità, ricchezza.
Ciò si riflette anche in quello offerto da Paride ad Afrodite, nel famoso giudizio che la confermò "Miss Universo".
Ugualmente nota è la favola delle Esperidi, le quali custodivano con il draglo Ladone i pomi d'oro su un'isola "del più estremo Occidente", pomi rapiti, poi, da Ercole o secondo altri, da Atlante.
Perchè pomi d'oro? Perchè alla mela erano attribuiti eccezionali poteri ristoratori e guaritori. Un riflesso del giardino delle Esperidi ci è dato dalla leggenda di Re Artù, che vuole le ferite del vecchio sovrano curate ad Avalon, la "valle dei meli" celtica.
I Romani coltivavano la pianta con gran cura, prevedendo sanzioni severe per chi le arrecasse danno. In Irlanda si giunse addirittura a chiedere un sacrificio di sangue al responsabile del danneggiamento, il quale doveva immolare un animale ai piedi dell'albero abbattuto: un animale le cui carni arrostite andavano ad indenizzare il proprietario della pianta.
Gli Scandinavi ritenevano il melo apportatore di fortuna e bellezza, tanto che lo avevano dedicato a Idunn, Dea del rinnovamento e dell'eterna giovinezza, e il sidro era la loro "bevanda magica", la corrispondenza del nettare degli Dei ellenci, che assicurava l'immortalità.
Di riflesso le sono stati attribuiti valori afrodisiaci, sottolineati da manuali erotici indiani, dove la troviamo come componente principale di una pomata ottenuta aggiungendo alla sua poltiglia pepe nero, pepe rosso e miele.


Da "La Dea Bianca" di Robert Graves

Anche il simbolismo della mela fu corrotto dagli Ebrei.
La mela era sacra a Venere; che gli ebrei praticassero un rito di adorazione del Capro (Dioniso-Capro, Pan; gli ebrei lo chiamavano Azazel e lo sacrificavano nel giorno dell'Espiazione), come altri popoli, è testimoniato dal precetto deuteronomico - che per noi suona assurdo - "Non cuocere un capretto nel latte di sua madre", che vieterebbe quindi un rito eucaristico non più tollerato dai sacerdoti di Jahvèh (Nota di Lunaria: in realtà gli Ebrei inizialmente erano politeisti: furono i violenti sacerdoti di Jahvèh, i Leviti, e sopra di questi, l'elite dei Konath - poi Cohen - discendenti da Aronne, che riscrissero miti e storia, proibendo il culto della Dea Ashera "moglie" di Jahvèh e imponendo il culto monoteista unico. In questo modo potevano accentrare tutto il potere nelle loro mani, dominando incontrastati, come poi è stato. Maometto del resto fece la stessa identica cosa, perchè per consolidare il potere, impose il culto del solo allah, a discapito della Triplice Dea: Al Lat, Manat, Al Uzza; gli Arabi pre-islamici erano politeisti!)
Lo stesso Maimonide (Ebreo Spagnolo del XII secolo riformatore della religione giudaica) interpreta il precetto deuteronomico come un'ingiunzione contro la partecipazione al culto di Astaroth.
Il Dio Dioniso veniva commemorato facendo cuocere un capretto farcito di mele: in Grecia i termini indicanti la capra o la pecora e la mela sono identici (melon/malum).
Eracle che riuniva in una sola persona Apollo e Dioniso era chiamato Melon perchè i devoti gli offrivano mele e perchè le Tre Figlie dell'Ovest (le Esperidi: ancora la Triplice Dea) gli avevano donato il ramo delle mele d'oro, che lo aveva reso immortale.
Si pensa che la mela abbia rivestito una così straordinaria importante mitica perchè se si taglia una mela orizzontalmente, ciascuna metà ha al centro una stella a cinque punte, simbolo di immortalità, che rappresenta la Dea nelle sue cinque stazioni: dalla nascita alla morte e di nuovo alla nascita. Rappresenta anche il pianeta Venere, adorato come Espero, la stella della sera in una metà del frutto e come Lucifero figlio del mattino nell'altra metà
(Nota di Lunaria: si noti come sia la mela, che il nome Lucifero furono poi profanati dai cristiani che diedero loro valenze negative...)  
Il mito di Adamo ed Eva non è che una rielaborazione del mito di Trittolemo, favorito dalla Dea dell'orzo Demetra, che venne espulso da Eleusi e mandato nell'Attica con una sacca di sementi per insegnare al mondo l'agricoltura. [...] Il fatto che Eva "la madre dei viventi", sia stata foggiata dalla costola di Adamo, deriverebbe da una raffigurazione pittorica della Dea Anatha di Ungarit ignuda, che osserva Aleyn alias Baal mentre spinge un coltello a lama ricurva sotto la quinta costola del suo gemello Mot: questa uccisione è stata interpretata erroneamente come la rimozione da parte di Jahvèh di una sesta costola, che poi diventerà Eva.
(Nota di Lunaria: i cristiani hanno persino perfezionato la misoginia del mito: pontificarono l'inferiorità morale della donna perchè "tratta" da una costola ricurva - e lo stesso Maometto avvalora questo precetto, parlando della debolezza e della curvità delle donne e quindi della necessità della loro sottomissione. Sicuramente i Greci furono un popolo misogino, e tra i più misogini nell'antichità, ma ai livelli dei popoli del dio unico non ci arrivarono: San Tommaso d'Aquino è molto più misogino di Aristotele, del resto, che ci risparmiò il concetto di "dio che nasce maschio in terra".)