La Pteride di Creta e la Felce

La Pteride di Creta\Pteris cretica


Questa felce elegante vive nei boschi ombrosi del bacino mediterraneo orientale: è notevole per le sue belle forme slanciate, raggiungendo i 60 e più cm di altezza. Le sue fronde sono monopennate a segmenti opposti e gli organi di riproduzione sono disposti in linea continua lungo i margini dei segmenti. In Italia si trova in Liguria, Campania, Calabria, Sicilia; manca sul versante adriatico.


è più rara sui laghi subalpini (Lago di Garda, di Iseo, di Como, Lugano, Maggiore) in genere la si trova nelle zone più riparate e all'imbocco delle caverne.


Altre felci sono il Capelvenere (Adiantum capillus-veneris) 

e lo Scolopendrio emionite (Scolopendrium hemionitis) affine alla Lingua Cervina propria delle rupi e dei muri ombrosi



Un tempo si credeva che i semi della felce fossero invisibili e quindi, per trasferimento delle proprietà, si ammise che il possessore del seme di felce potesse allo stesso modo essere invisibile – una credenza che divenne molto diffusa nel Continente. Si diceva che l'individuo che riusciva ad ottenere questo seme mistico avrebbe avuto grande fortuna e per questo veniva ricercato strenuamente – la vigilia di Midsummer era una delle occasioni in cui ce lo si poteva procurare più facilmente. 

Così Grimm, nel suo “Teuthonic Mythology” riferisce di come un uomo della Westphalia stesse cercando la notte della vigilia di Midsummer (24 giugno) un puledro che aveva perduto e gli capitò di attraversare un prato proprio mentre stava maturando il seme di una felce, così che esso cadde dentro le sue scarpe. Al mattino egli arrivò a casa, andò nel salotto e si sedette ma trovò strano che né sua moglie né alcuno della sua famiglia gli chiedesse nulla. “Non ho trovato il puledro” disse. Quindi tutti quelli che erano nella stanza sobbalzarono e guardarono allarmati, perché udivano la sua voce ma non lo vedevano. Sua moglie allora lo chiamò, pensando che si fosse nascosto, ma lui rispose solo: “Perché mi chiami? Sono qui davanti a te.” Infine divenne consapevole di essere invisibile e, ricordando come aveva camminato nel prato la sera precedente, lo colpì la possibilità di avere dei semi di felce nelle scarpe. Così se le tolse e, quando le scosse, ne fuoriuscì il seme di felce ed egli non fu più invisibile. 

Vi sono numerose storie di questo genere e, secondo il Dr. Kuhn, un metodo per ottenere il seme di felce era di sparare al Sole quando era alla sua massima altezza a mezzogiorno il giorno del Solstizio d'estate. Se questo venisse fatto, cadrebbero tre gocce di sangue che dovrebbero essere raccolte e conservate – queste sono i semi di felce. In Boemia, durante l'antica notte di San Giovanni (8 luglio) si doveva porre il panno del calice della comunione sotto la felce e raccogliere il seme che sarebbe caduto prima dell'alba. 

Tra i vari accenni sparsi riguardanti questa tradizione popolare nella letteratura del nostro paese, possiamo citarne uno di Shakespeare in “Henry IV” (II, 1): “Gadshill: Abbiamo ricevuto il seme di felce, camminiamo invisibili” “Chamberlain: No, in fede mia, penso che voi appartenete più alla notte che al seme di felce per il fatto che state camminando invisibile.”

In “New Inn” di Ben Johnson (I, 1) è annotato quanto segue: “Non ho avuto alcuna medicina, signore, per diventare invisibile, non c'è nessun seme di felce nella mia tasca.”

A Brand venne detto da un abitante di Heston, nel Middlesex, che quando egli era giovane fu spesso presente alla cerimonia della raccolta del seme di felce a mezzanotte della vigilia di San Giovanni Battista. Il tentativo era spesso senza successo, perché il seme doveva cadere in un piatto di sua spontanea volontà e questo senza scuotere il piatto. 

Non è necessario aggiungere ulteriori esempi di questo punto, in quanto abbiamo avuto occasione altrove di parlare delle innumerevoli altre proprietà magiche ascritte al seme di felce, che occupa una parte prominente tra le piante mistiche. Ma, al di là della dottrina delle segnature, pare che si credesse che il seme di felce traesse il suo potere di rendere invisibili dalle nubi; dice Mr. Kelly “che conteneva il fuoco celeste da cui la pianta è nata”. Mentre parliamo ancora delle proprietà del seme di felce di rendere invisibili le persone, è interessante notare che nei miti dell'Islanda e della Pomerania la “schamir”, o “pietra-corvo” rende il suo possessore invisibile e, secondo una tradizione del nord della Germania, il “fiore della fortuna” è  imbevuto della stessa meravigliosa qualità.










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