Nel secolo XVI, il botanico fiammingo Mathias de Lobel tentò di identificare una pianta magica che il medico greco antico Dioscoride aveva dedicato alla mitica maga Circe. La identificò in questa specie che chiamò Circaea Lutetiana, dato che Lutetia era il nome romano della città di Parigi, dove de Lobel e altri botanici lavoravano. Questa specie appartiene alla famiglia delle Onagracee, i cui rappresentanti più noti sono gli epilobi.
C. Lutetiana differisce dalle altre specie della famiglia delle Onagracee per il fatto che il frutto non è disperso dal vento. I piccoli uncini si attaccano al pelo di un animale o al piumaggio di un uccello e il frutto viene portato a distanze considerevoli. Il comportamento dei frutti è il carattere che giustifica il ricordo della potente maga Circe, figlia di Apollo. Come Circe si impadroniva dei viandanti con i suoi incantesimi, così con le loro setole uncinate i frutti di questa pianta si attaccano ai passanti. I pallidi fiori, che vengono impollinati da piccole mosche, si stagliano contro l'ombra in cui la pianta solitamente cresce.
Nota di Lunaria: su Circe sarebbe lungo il discorso di analisi. Suggerisco di leggersi l'ottimo studio "Sogno, Incantesimi e Realtà", (http://lnx.aigaweb.it/wp-content/uploads/2012/05/Circe-per-AIGA.pdf) che mostra come Circe potrebbe addirittura essere stata ricalcata su un'antica Dea degli animali e delle selve.
Echium Vulgare è conosciuta col nome popolare di Erba Viperina, probabilmente perché un tempo era usata per curare i morsi di vipera. E in effetti Dioscoride la menziona come rimedio, sia preventivo che curativo. L'erborista inglese del XVII secolo William Coles riteneva che il fusto di E.Vulgare fosse "macchiato con la pelle di un serpente" e ciò secondo la "dottrina dei segni" era prova del suo valore antitossico. Il nome Echium deriva dal greco ékis, vipera, ed è chiaramente riferito a tutte queste antiche credenze. Si pensava che un infuso di semi scacciasse la malinconia e promuovesse il flusso latteo delle madri.
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