Malva Sylvestris, presente lungo le strade polverose e nei terreni abbandonati, ha sempre goduto della stima popolare, sia per la bellezza dei suoi grandi fiori rosa-violetti sia per il suo valore come alimento e medicinale.
Già nel VIII a.C, i giovani germogli venivano consumati come verdura e questa abitudine persistette anche in epoca romana. Cicerone si lamentava che questa pietanza gli avesse procurato un'indigestione.
Il poeta Marziale aveva usato Malva Sylvestris per farsi passare gli effetti delle nottate passate a bere e a mangiare e Plinio scoprì che la linfa di questa pianta mescolata all'acqua gli dava un'efficacia protezione contro i dolori di stomaco.
Nell'epoca medioevale, quando era diffusa la convinzione che gli elisir d'amore fossero efficaci, questa pianta godette di una reputazione come anti-afrodisiaco, favorente cioè una condotta calma e sobria.
In tempi più recenti, le foglie di malva sono state usate per estrarre i pungiglioni di vespa e la sua linfa gommosa è stata ridotta in poltiglia e adoperata come pomata rinfrescante.
L'uso delle giovani foglie di malva in insalata ha un effetto lassativo come documenta fin dall'antichità una lettera di Cicerone.
Malva moschata ha foglie reniformi alla base e foglie caulinari profondamente divise.
La pianta di malva può arrivare a 90 cm di altezza. Fiorisce da marzo a settembre.
Altro approfondimento
è una delle poche piante le cui virtù terapeutiche sono conosciute anche dai meno esperti. Se si accusa mal di denti a causa di un ascesso, è molto frequente sentirsi chiedere "Hai provato con la malva?".
Le foglie e i fiori contengono molte mucillagini, tannino, glucosio, ossalato di calcio, vitamina A,B,C; nei fiori si trovano un olio essenziale e un glucoside, la malvina: le loro proprietà emollienti li rendono adatti ad essere applicate sulle infiammazioni della pelle, sugli ascessi, sui foruncoli e sui flemoni che dopo questa terapia si apriranno spontaneamente.
Sotto forma di decotto è usata come gargarismi e per lavande vaginali.
Se ne può sorbire una tisana fatta con 10-15 grammi di fiori o 10-15 grammi di foglie o radice in un litro d'acqua: ha un'azione leggermente lassativa, diuretica ed emolliente nella tosse.
Orazio racconta che i Romani consumavano largamente la malva come alimento.
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