Cicerchia\ Lathyrus sativus




Forse originaria dell'Asia occidentale, questa erba annuale è ora diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo relegata tra i legumi minori e ormai quasi in disuso.
Talvolta è ancora impiegata nell'alimentazione del bestiame ma la raccolta deve essere completata prima della fruttificazione perché i suoi semi contengono una sostanza velenosa, la latirina, che può causare avvelenamenti.
I fenomeni tossici dannosi per la salute umana sono denominati "latirismo": comincia con un malditesta e crampi muscolari, specialmente agli arti inferiori, seguiti da paresi e talvolta da morte.
è meglio diffidare da questo legume.

Nota di Lunaria: mi è capitato di vedere la Cicerchia in un campo a confine con un stradone, a Castellanza (VA): sarà anche una pianta dannosa, ma la bellezza dei fiori, con quella tonalità di rosa\fuxia molto intenso, lascia senza parole!









Inserisco un approfondimento su Lathyrus sylvestris, "Cicerchione"



In alcuni paesi europei, questa pianta è coltivata per i fiori appariscenti, i più grandi tra le Papilionacee; la si può osservare in tutta Italia, tranne che in Sicilia; è rampicante nei boschetti o formante cumuli disordinati sulle scarpate e lungo le siepi dove i fusti si sostengono l'un con l'altro.
Le foglie terminano in un viticcio ramificato che dà modo alla pianta di arrampicarsi tra le altre che le sono vicine.
Sia Lathyrus sylvestris sia Lathyrus latifolius sono chiamate "piselli selvatici" e sono imparentati con Lathyrus odoratus, così diffuso nei giardini, avendo una più alta gamma cromatica per i suoi fiori; L. sylvestris e L. latifolius hanno soltanto fiori rosa e bianchi.
G. Mendel eseguì esperimenti di ibridazione su L. odoratus e ne dedusse i principi basilari della moderna genetica.

(Nota di Lunaria: argomento che dovrei studiare, per poter clonare i Metallari, ormai quasi estinti, e ripopolare la Terra)





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