Gigaro\Arum maculatum-italicum

 GIGARO, PAN DI BISCIA (Arum maculatum, Arum italicum)

Amo il Gigaro fin da bambina, sono terribilmente affascinata da questa pianta dei boschi, che ho coltivato anche in vaso per un periodo.

Riporto qui alcune informazioni 

"In Arum maculatum, un'ampia brattea, chiamata spata, circonda un'infiorescenza allungata terminante a clava, lo spadice, che emette un odore di sostanza organica in decomposizione.  Tale odore, insieme al lieve calore emanante dallo spadice, attira gli insetti e questi vengono intrappolati dai peli che si trovano nello spadice, sopra i fiori maschili.  I fiori sono disposti in due gruppi: quello superiore è formato dai fiori maschili, quello inferiore dai fiori femminili. Gli insetti prigionieri girano attorno ai fiori, raccogliendo e depositando il polline, finchè non muoiono o non riescono a liberarsi. Questo può accadere quando la spata avvizzisce, dopo la fecondazione. Nel passato, le radici venivano raccolte per il loro alto contenuto di amido e nel secolo XVII erano usate per irrigidire i colletti alti a piegoline, allora di moda.  





Le bacche rosse di questa pianta, che sono velenose, possono rivelarsi letali se ingerite dai bambini: infatti, Arum maculatum e Arum italicum sono chiamati anche "pan di biscia". L'altezza della pianta varia dai 30 ai 45 cm. Fiorisce da aprile a giugno." 



Il genere Arum è costituito da 12 specie, diffuse soprattutto nell'Europa Centrale e meridionale. L'area di distribuzione giunge a nord fino alla Scandinavia, a est fino all'Iran e a sud fino all'Algeria. Arum Maculatum è presente in tutta questa enorme area. Si tratta di una pianta che predilige luoghi ricchi di acqua: è piuttosto comune nei boschi umidi europei. Vive anche nelle regioni submontane e montane, dove è possibile rinvenirla nei boschi di faggio e di carpino. 


Le sostanze tossiche in essa contenute sono alcaloidi volatili di tipo coniinico detti aroine, soponine tossiche e sostanze glicosidiche che per scissione possono liberare acido cianidrico. Tali componenti tossici si concentrano soprattutto nei rizomi e nei frutti; risultano poco stabili e vengono distrutti dalla bollitura. Quest'ultima caratteristica costituisce la ragione per la quale i rizomi tuberosi ricchi di sostanze amilacee, consumati cotti nei secoli passati soprattutto in periodi di carestia, non provocavano sull'uomo alcun effetto negativo.








Il succo di Arum Maculatum provoca la formazione di vesciche sull'epidermide e sulle mucose; la pianta provoca frequentemente esantemi per semplice contatto (Nota di Lunaria: esattamente come l'Aconito: il veleno dei fiori penetra anche sotto la pelle! https://erbemagiche.blogspot.com/2015/03/aconito-e-stramonio.html)



L'ingestione di parti di Gigaro scuro provoca diarrea, disturbi cardiaci e paralisi del sistema nervoso centrale. Sono stati segnalati casi mortali di avvelenamento in bambini che avevano inghiottito le attraenti bacche rosse (Nota di Lunaria: da qui il nome popolare con cui a volte è chiamato: "Pan di biscia"); anche i bovini, se brucano la pianta, possono restare intossicati. 

In campo medico il Gigaro scuro veniva impiegato in passato per eliminare i vermi parassiti intestinali. Oggi non è più utilizzato a scopo terapeutico, con la sola eccezione della medicina omeopatica. 

Per curiosità: sembra che il gigaro fosse legato alla divinazione, per trarre auspici sui raccolti. Forse era pure connessa alla fecondità (https://intervistemetal.blogspot.com/2022/02/il-gigaro-afrodisiaco-qualche-ipotesi.html)






Una leggenda semitica racconta che Giosuè arrivò nella Terra Promessa e piantò a terra lo scettro di Aronne: il bastone iniziò a germogliare dando vita al Gigaro, per dimostrare che il terreno era fertile.

Gigari a Busto Arsizio, in Madonna in Veroncora

Gigari poco fuori il cimitero di Sacconago

Il Gigaro appare anche in questo dipinto:















Infine, qui riporto una mia poesia, per celebrare questa pianta così stravagante.


Il tosco secreto celi tra vuote canne, 

mefitiche radici aggrovigliate e vermiglie bacche di morte. 

Fiore, tu sei?, con il gladio eretto e leggera membrana,

mandorla smeraldina.

Sei tu fiore o pan di biscia?

E rimbomba tuono di procella imminente su cielo antracite.

Ti contemplo serena, oh stravagante Arum Maculatum.

Tu, pianta d'averno, di putredine infesti i campi. 

Atra minaccia, infero fiore.



















Una pianta simile: https://erbemagiche.blogspot.com/2020/10/alisaroarisarum-vulgare.html


IL GIGARO AFRODISIACO

Info tratte da

Il Gigaro, Arum maculatum, è una pianta delle zone boscose; le foglie, di un bel verde, appaiono maculate e verso maggio la pianta forma uno spadice verdognolo-giallognolo, il fiore. 

Per la forma di questo fiore, fin dall'antichità a questa pianta, che è velenosa, furono attribuite proprietà afrodisiache. 

"Essi avevano mangiato così tanto Wake Robin, nome con il quale era conosciuto l'Arum maculatum, che non riuscirono a dormire dall'amore", così scrisse Jon Lyly nel suo "Metamorphosis" (1601)









Il Gigaro è citato anche in "Malombra"


"Invano il signor Silla guardava curiosamente al di sopra dei muri; appena poteva discernere qualche fantasma d'albero proteso dal pendio, a braccia sparse, in atto di stupore e di supplica. un tocco vibrato di campanello lo fe' trasalire; la guida s'era fermata a un cancello di ferro. Tosto qualcuno aperse; i ciottoli del viottolo, la soglia del cancello furono inghiottiti dall'ombra; ora passava sotto la lanterna una sabbia fine fine e, ai lati, negre piante dai rami folti, impenetrabili. Dopo la sabbia, erba e vestigia incerte di un sentiero tra un denso fogliame di viti; poi larghi scalini nerastri, sconnessi, a cui si giungeva di fianco. Non se ne vedeva né principio né fine; solo si udiva verso l'alto e verso il basso un discorrer modesto di acqua cadente. La guida scendeva cauta per quelle pietre mal ferme che rendevano un suono metallico. Nella fioca luce della lanterna apparivano, a intervalli regolari, due tronchi enormi e due grigie figure umane, ritte, immobili a fianco della scalinata. Finalmente gli scalini cessavano, minuta ghiaia rosea passava sotto la lanterna, grandi foglie di Arum le passavano di fianco, e lì presso, nel buio, uno zampillo gorgogliava quietamente il suo racconto blando. La guida prese a sinistra, girò il canto di un alto edificio, salì due scalini e introdusse ossequiosamente il nuovo arrivato per una gran porta a vetri."


Il mio Gigaro a maggio 2024










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