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Tra le magie del mondo vegetale c'è quella dei profumi, una magia ormai quasi dimenticata, superata dalle innumerevoli fragranze artificiali prodotte dalla chimica. All'arte dei profumi le antiche civiltà si dedicarono con un fervore quasi mistico; basta osservare le tombe egizie, che tra gli innumerevoli tesori ammassati attorno al sarcofago, fanno capolino le ampolle con i profumi.
"Per fumus", "attraverso il fumo": è proprio dalle esalazioni di sostanze odorifere arse sugli antichi bracieri, che deriva la parola profumo.
Un intero libro dei Veda, gli antichi testi sanscriti, è dedicato ai sistemi atti ad accrescere il potere seduttivo: "Impiega cosmetici per il viso e bdellio come profumo, balsami che ti renderanno più femminile ancora di quanto tu sia, le piante di marya, di sandalo e di cartamo. Che tutto ciò possa darti uno sposo ben stretto tra le tue mani! E poi, per eliminare le rivali, cogli erbe di saniya, la più efficace di tutte, e le altre qui sotto elencate, da tenere contro il tuo corpo: ciò farà in modo che le rivali siano sgominate e che lo sposo venga a te come il vitello va verso la madre."
Il vate indiano Amaru nota nelle sue "Centurie poetiche" che "i cosmetici sono per una donna come i condimenti per i cibi, come i profumi per i fiori più belli, come i colori vivaci per i sari."
E il Ramayana elenca più di 200 sostanze odorose.
Tra i più antichi mezzi volti a sottolineare la bellezza abbiamo il kajal: in origine era ottenuto dalla fuliggine del legno di sandalo mescolata con olio di sesamo o di ricino. E troviamo l'acqua di rose, già ricordata nei Veda. Adoperata prima nelle cerimonie religiose, poi dalle donne, per tonificare la pelle del viso.
La civiltà indù è stata forse l'unica tra le antiche civiltà a ricorrere ai vegetali per cantare i suoi inni d'amore. Il dio Kama, l'Eros indù, scocca le sue frecce intingendone la punto nell'olio di fiori di mango mentre Kalidasa, il celebre poeta, così descrive una scena di toeletta: "Il polline dei fiori di loghra sfuma di pallore la bellezza delle donne che tengono in mano i fiori di loto e portano gelsomini freschi a mazzetti nei loro capelli neri, il fiore di cadamka sulla scriminatura della fronte e gli splendenti fiori di cirica come orecchini. Nella notte la loro pelle si illumina dei riflessi solari del croco, e i loro piedi, rosati con l'hennè, incantano la terra. La strada delle amanti, di queste innamorate della loro bellezza e di quella della vita, è rivelata nell'oscurità dai fiori di mandaras o di nelumbos profumati, che l'ansia dell'incedere ha fatto cadere dai loro capelli."
Numerose sostanze odorose e cosmetiche passarono dall'India all'Egitto, un altro paese che ci ha tramandato, con affreschi, papiri, statue, il suo culto per l'estetica, che doveva vincere l'orrore per la morte, un orrore che si cercò di combattere con l'imbalsamazione.
Allo stesso modo servivano i profumi e gli unguenti, alcuni dei quali erano adoperati particolarmente nel corso di riti propiziatori e di ringraziamento alle divinità.
Per i prodotti cosmetici si comincia ad attingere al regno minerale e animale: ricorrendo al solfuro d'antimonio, si ricava il kohl, per sottolineare l'occhio, dal grasso di cammello si ottengono creme per la pelle.
Incenso, mirra, olio di legno di cedro, zafferano, cannella, cinnamono, olio di cocco costituiscono spesso le materie prime per preparare creme.
Le grandi regine Nefertite e Cleopatra si occuparono personalmente della bellezza femminile, inventando e sperimentando varie ricette. Cleopatra faceva ricorso ai bagni di latte di mandorla e si vantava inoltre di usare tutti i prodotti cosmetici elencati nel cosiddetto "papiro di Ebers", per mantenere e sottolineare la propria avvenenza.
I cosmetici non erano riservati all'élite regale o sacerdotale, ma facevano talmente parte della vita quotidiana, da riuscire indispensabili sia alle classi altolocate che a quelle meno abbienti. Allorché, sotto Ramsete III, avvenne un'insurrezione per la mancata distribuzione di cibo, e i lavoratori pretesero come dovuti non solo gli alimenti ma anche i cosmetici per l'unzione del corpo e la decorazione.
Ai Babilonesi, maestri dell'astrologia, dobbiamo gli studi delle relazioni intercorrenti tra i profumi e i segni zodiacali.
"Vieni nella mia dimora", dice la Dea Ishtar a Gilgamesh, "vieni nell'aroma del cedro. Per te mi sono fatta bella con la crema di mandorle e il profumo di sin. Sono come il miele."
Anche la regina Semiramide, bellissima, era tanto esperta nell'uso dei cosmetici da essere paragonata ad una Dea.
Fu con l'arrivo della caccia alle streghe che i profumi vennero banditi, accostati alle streghe e al diavolo e anche ai veleni, perché ricavati dalle erbe.
FITOLOGIA MAGICA: PIANTE E SEGNI ZODIACALI
Calicantus: appartiene al Sagittario, perché fiorisce in pieno inverno, con i suoi fiori gialli.
Cardo o Acanzio: con i suoi fiori rossi, è per quelli dell'Ariete e del Cancro.
Caprifoglio: per gli Arieti
Ciclamino: prerogativa dei Leoni
Erica: appartiene a Marte, perché è selvatica e spontanea. Adatta agli Arieti.
Gardenia: sempre verde, sempre giovane, con fiori bianchi, candida,
per i nati della Vergine.
Garofano: adatto agli Scorpioni e ai Leoni.
Gelsomini: bianco, è per i Pesci. Col suo profumo mistico (proviene dalla Persia) evoca il misterioso mondo dell'Oriente.
Genziana: adatta ai nati sotto il Leone. è una pianta tonica e depurativa.
Geranio: rosso, amaro, forte, è il fiore dell'Ariete.
Giacinto: appartiene alla Vergine perché ha un profumo insinuante e sensuale che libera dalle inibizioni e stimola la fantasia (i tipi Vergine sono razionali e sacrificano la fantasia in nome della ragione). Il fiore del giacinto ha cinque petali e 5 è il numero fortunato della Vergine e di Mercurio.
Giglio: simbolo dell'intelligenza e della giovinezza, appartiene ai Gemelli anche se sono faturi e incostanti in amore.
Lavanda: il fiore degli Arieti perché il profumo dolce e soave placa l'aggressività.
Lillà: il colore viola dei suoi fiorellini piace ai nati sotto il segno del Cancro.
Mimosa: è il fiore dell'Età dell'Acquario, un fiore che reagisce se la si tocca. Scelta nel 1918 da Clara Zetkin come simbolo della liberazione della donna, corrisponde alla caratteristica dell'Acquario, che tende all'indipendenza.
Miosotide, il non-ti-scordar-di-me: timido, umide, è il fiore del segno della Vergine.
Mughetto: è il fiore degli invernali Acquari.
Muschio: penetrante, selvatico, raffinato, sostiene l'aggressività, libera dall'incertezza. Appartiene alla Bilancia.
Narciso: bianco e dolce, giova ai cupi Capricorni perché infonde un senso di pace e di calore e dà allegria.
Ninfea: acquatica, sognante, misteriosa, si addice ai segni d'acqua come Peschi e Cancro perché li riconduce al loro elemento.
Orchidea: è il fiore di Venere, pianeta dell'amore e della bellezza. Porta fortuna ai Toro e ai Bilancia.
Ortensia: misteriosa, con i suoi mille fiorellini racchiusi in un globo, è di Nettuno, protettore dei Pesci. Potenzia la fantasia e l'intuizione.
Rosa: è per i Toro e i Bilancia, essendo il fiore di Venere. è il fiore dell'amore.
Rododendro: appartiene a Marte e agli Ariete e Scorpione: il suo colore cupo esprime la violenta passionalità del segno.
Salvia: piace ai nati sotto la Vergine perché dà un senso di quiete e ordine; inoltre è sinonimo di salvezza e salute.
Tuberosa: porta fortuna agli Scorpioni, perché è sensuale come loro ma al contempo mitiga il carattere fanatico e duro.
Verbena: sin dai tempi della Grecia omerica era considerata un fiore magico, per mitigare le pene d'amore. è propizio ai Toro e Bilancia.
Violetta: la tradizione la consacra come fiore dei Sagittari che amano l'aria aperta e adorano la primavera.
Gli alberi in genere, e soprattutto la quercia, appartengono al Sole.
Gli arbusti spinosi sono di Marte.
Le felci sempreverdi sono di Giove.
Le erbe e i fiori sono di Venere, perché riflettono la grazia, bellezza, l'amore espressi dalla Dea.
I muschi che crescono nelle prossimità delle caverne e delle grotte, cioè gli antichi accessi al mondo degli inferi, sono di Mercurio, perché si pensava che il Messaggero degli Dei fosse anche la guida delle anime dei morti.
Le alghe appartengono alla Luna, che governa le acque e la vegetazione palustre.
I fungoidi, che rappresentano il primon gradino dell'evoluzione e il tentativo di ascesa verso forme superiori sono di Saturni.
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